quinta-feira, 20 de maio de 2010

Morre, aos 79 anos, o poeta italiano Edoardo Sanguineti

Mesmo que o título desta postagem imite o estilo das manchetes de jornais brasileiros, o que se segue não é exatamente um artigo sobre Sanguineti e sua morte. Trata-se mais do relatório de uma surpresa. Estava em correspondência eletrônica com o tradutor Maurício Santana Dias, conversando sobre sua futura postagem para o ciclo crítico sobre Guido Cavalcanti na Modo de Usar & Co., quando ele me informou sobre a morte do poeta genovês. O baiano Maurício Santana Dias, nascido em Salvador e residente em São Paulo, onde leciona Literatura Italiana na USP, é hoje, ao lado de Geraldo Holanda Cavalcanti, um dos tradutores brasileiros mais atentos e produtivos no trabalho de manter-nos informados sobre o que ocorreu na poesia italiana do século XX. No ano passado, publicou-se no Brasil sua tradução para o importantíssimo Lavorare Stanca (1936), de Cesare Pavese (1908 - 1950), com o título Trabalhar Cansa (São Paulo: Cosac Naify, 2009), que eu desejo de todo o coração que venha a ter no país a mesma influência que as traduções de Creeley e Celan tiveram na década de 90. A notícia da morte de Edoardo Sanguineti trouxe-me a constatação de como eu conhecia pouco de seu trabalho e da poesia italiana do pós-guerra.

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Poema de Edoardo Sanguineti (1930 - 2010),
do livro Reisebilder (1971),
em tradução de Maurício Santana Dias:


à funcionária da aduana em minissaia, que me escolheu com seus
[olhos de sibila
e de pomba, de dentro de uma fila interminável de viajantes em
[trânsito, eu disse
toda a verdade, confinado num
séparé-confessionário de madeira
compensada:
.................disse que tenho um filho que estuda russo e alemão;
que
Bonjour les amis, curso de língua francesa em 4 volumes, era
para minha mulher;
.................e estava pronto a dizer mais: sabia que foi
[Rosa Luxemburgo
quem lançou a palavra de ordem "socialismo ou barbárie"; e podia
fazer disso um madrigal estrepitoso:
........................mas suava, vasculhando os bolsos,
buscando em vão a conta do Operncafé; e então você irrompeu
arrastando atrás de si até os meninos, maravilhosos e maravilhados:
(a expulsávamos com os mesmos gestos duros, eu e minha beatriz
democrática de farda):
.................mas para mim o irreparável já se tinha consumado,
ali, na fronteira entre as duas Berlins: quarentão aos pés da guarda.


§


Com a exceção da poesia de Pier Paolo Pasolini (1922 - 1975), que li sempre com muita paixão e interesse, conheço apenas poemas esparsos de Edoardo Sanguineti e de alguns de seus companheiros do chamado Gruppo 63, como Nanni Balestrini, Amelia Rosselli, Elio Pagliarani e Antonio Porta.

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Poema, no original italiano, de Amelia Rosselli (1930 – 1996),
do livro Variazioni belliche (1964):

Tutto il mondo è vedovo se è vero che tu cammini ancora
tutto il mondo è vedovo se è vero! Tutto il mondo
è vero se è vero che tua cammini ancora, tutto il
mondo è vedovo se tu non muori! Tutto il mondo
è mio se è vero che tu non sei vivo ma solo
una lanterna per i miei occhi obliqui. Cieca rimasi
dalla tua nascita e l'importanza del nuovo giorno
non è che notte per la tua distanza. Cieca sono
chè tu cammini ancora! cieca sono che tu cammini
e il mondo è vedovo e il mondo è cieco se tu cammini
ancora aggrappato ai miei occhi celestiali.



§


O que me surpreendeu também é que não houvesse me ocorrido, até então, pesquisar a chamada Neovanguardia italiana para o nosso debate sobre as retomadas das estratégias das vanguardas do início do século XX, assim como o trabalho do Gruppo 63 parece ser um campo frutífero para a meditação sobre a conjunção entre ética e estética, e as implicações políticas do trabalho poético.

§

Poema, no original italiano, de Nanni Balestrini (n. 1935),
do livro Il pubblico del labirinto (1992)


PROLOGO EPICO

Eccomi qua ancora una volta
seduto di fronte al pubblico della poesia
che seduto di fronte a me benevolmente
mi guarda e si aspetta la poesia
come sempre io non ho niente da dirgli
come sempre il pubblico della poesia lo sa benissimo
certamente non si aspetta da me un poema epico
visto anche che non ha fatto niente per ispirarmelo
l’antico poeta epico infatti come tutti sappiamo
non era il responsabile della sua poesia
il suo pubblico ne era il vero responsabile
perché aveva un rapporto diretto
con il suo poeta
che dipendeva dal suo pubblico
per la sua ispirazione
e per la sua remunerazione

la sua poesia si sviluppava dunque
secondo le intenzioni del suo pubblico
il poeta non era che l’interprete individuale
di una voce collettiva che narrava e giudicava

questo non è certamente il nostro caso
non è per questo che siete qui oggi in questa sala
purtroppo quello che state ascoltando non è
il vostro poeta epico

e questo perché da tanti secoli
come tutti sappiamo
la scrittura prima
e successivamente la stampa
hanno separato con un muro di carta e di piombo
il produttore e
il consumatore della poesia scritta
che si trovano così irrimediabilmente separati
e perciò oggi il poeta moderno
non ha più un suo pubblico da cui dipendere
da cui essere ispirato e remunerato
solo pubblici anonimi e occasionali
come voi qui ora di fronte a me
non più una voce collettiva
che attraverso la sua voce individuale
racconta e giudica

il suo rapporto col pubblico ha perso ogni valore dicono
non gli rimane che concentrare il suo interesse
sui problemi dell’individuo singolo
sui suoi comportamenti particolari

il poeta moderno è autosufficiente
praticamente mai remunerato
non pronuncia alcun giudizio
ciò che conta per lui ci dicono

è soltanto il suo
immaginario
le sue ossessioni consce
e inconsce
perché per lui non esiste ci dicono
che l’individuo come singolo
irriducibilmente diverso
e separato dagli altri
e così il poeta moderno
solo
o anche davanti al pubblico della poesia
dialoga individualmente con la sua poesia
la immagina naturalmente come un’affascinante signorina
e vorrebbe che anche voi la immaginaste così
che si trova in questo momento qui di fianco a lui
cioè a me e cioè dunque lì di fronte a voi.



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Meu trabalho de pesquisa sobre as estratégias ético-estéticas do pós-guerra concentrou-se nos grupos do pós-guerra imediato, como o Grupo de Viena, os Lettristes de Paris, o Dau al Set de Barcelona, o Noigandres de São Paulo, a Escola de Nova Iorque, ativos entre o fim dos anos 40 e o início dos anos 60, quando começa o trabalho de alguns dos poetas incluídos na antologia I Novissimi (1961), talvez uma das antologias mais famosas do mundo, ao lado da New American Poetry (1960), editada por Don Allen.

§

Poema, no original italiano, de Antonio Porta (1935 - 1989),
do livro Passi passaggi (1980):


Amleto, 3

che cosa significa dunque che il linguaggio tende
ad agghindarsi
che lo scrivente stia in calzamaglia a controllare
un’erezione che non c’è che non ci sarà

la madre vuole essere penetrata e apre, ecco
sul pavimento la sua vulva fiorita
lei ha preparato il momento e tu richiudilo
Ofelia nel pelo della tua mente seppellendoci
il padre sotto il pavimento

e a me stesso, infine:
se hai coraggio l’insemini, fra nove mesi
in questa stessa ora potrai riconoscere, allora
sì fingere sul serio di essere vivo
se un non-nato può nascere.
Nessuno può raggiungere Ofelia
(ancora non mi chiamo: Nessuno)
chi le toglie l’ingombrante verginità la rende
uguale alla madre
il ciclo della riproduzione riprende il suo corso
la specie è salva.



§

Estudei italiano por seis meses, para poder ao menos ler os poemas de Cesare Pavese e Pier Paolo Pasolini no original. Meu conhecimento da língua é mais que sofrível, mas é a única maneira de ter contacto com a poesia do país, já que as editoras no Brasil decidiram matar-nos de subnutrição.



§

Poema, no original italiano, de Elio Pagliarani (n. 1927)
do livro La Ballata di Rudi (1995)

A spiaggia non ci sono colori


A spiaggia non ci sono colori
................................la luce quando è intensa uguaglia
la sua assenza
................perciò ogni presenza è smemorata e senza trauma
acquista solitudine
.............................Le parole hanno la sorte dei colori
disteso
sulla sabbia parla un altro
.................................sulla sabbia supino con le mani
dietro la testa le parole vanno in alto
............................... chi le insegue più
bocconi con le mani sotto il mento
..............................le parole scendono rare
chi le collega più
................... sembra meglio ascoltare
in due
............. il tuo corpo e tu
............................... ma il suono senza intervento è magma è mare
non ha senso ascoltare
...................Il mare è discreto il sole
non fa rumore
..............................il mondo orizzontale
..................è senza qualità
.................................. La sostanza
è sostanza indifferente
..............precede
................................. la qualità disuguaglianza.



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Encerro esta postagem com a reprodução de um artigo de Alfonso Berardinelli, publicado por ocasião da morte de Edoardo Sanguineti.



"Così Sanguineti cambiò il clima della poesia"

Alfonso Berardinelli ricorda il poeta scomparso oggi a 79 anni

Bisogna ammettere che il suo arrivo sulla scena letteraria italiana ha cambiato il clima, tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Sembrava che sapesse tutto, che avesse letto tutto, che fosse in grado di avere l’idea giusta – la sua – su tutto. Ideologo e poeta marxista, come del resto Pier Paolo Pasolini. Ma più marxista di Pasolini, e in più sembrava ‘senza cuore’, un distruttore della continuità letteraria e della tradizione. Le sue poesie erano come schegge aliene, meteoritiche. Sembravano scritte per non essere capite o per essere studiate. Spaventava la sua capacità di mescolare e combinare le parole in una forma mai vista. Era l’avanguardia in laboratorio. Ma in lui c’era anche l’accademico, il lettore interprete di Dante, l’erudito e soprattutto il dialettico, capace di dimostrare che era vera anche una cosa, se non falsa, comunque quasi insostenibile.

E sembrava anche che Sanguineti avesse in mano la formula per risolvere una volta per tutte il problema del rapporto giusto fra marxismo rivoluzionario e avanguardie irrazionaliste, fra materialismo dialettico e psicanalisi. Il suo momento sono stati gli anni Sessanta, quando i suoi competitori e avversari, dotati degli stessi strumenti ma con animo diverso, erano gli altri due poeti ideologi: Pasolini, appunto, e Franco Fortini, a loro volta in polemica ma con un maggiore rispetto reciproco. Sanguineti invece ha sempre voluto essere e restare solo con la sua idea dell’avanguardia come unico tipo di letteratura novecentesca che avesse prodotto qualcosa di buono.

Come critico ai suoi esordi sembrò un grande, imbattibile critico. Una delle punte della neoavanguardia italiana, con caratteristiche analoghe, come tipo di intellettuale, ad Arbasino e a Eco, straordinari divoratori di cultura. I loro articoli, i loro libri, rispetto a quelli dei letterati precedenti, sembravano usciti direttamente da un seminario universitario, da esplorazioni sconfinate di tutto il sapere e dell’attualità contemporanea. Critico apprezzatissimo, dunque. Ma anche, cosa che lo ha danneggiato, prigioniero delle sue formule dialettiche alle quali è rimasto sempre molto affezionato. E se in lui una revisione dei presupposti marxisti e avanguardisti avrebbe potuto esserci, con il passare degli anni, quella è un’operazione che non ha voluto fare. Ha mantenuto una quasi incredibile, avara coerenza, che in un certo senso lo ha fatto rimanere (come forse lui voleva, perché si sentiva uomo d’avanguardia) per sempre giovane.

Non è mai cambiato. In ogni dibattito, anche fino a poco tempo fa, era difficile sentirgli dire qualcosa di diverso da quello che aveva detto nel corso dei decenni precedenti. Questo da un lato ha ipnotizzato certe ondate generazionali di seguaci assoluti, dall’altro lo ha molto isolato, perché nel frattempo sono cambiati tutti i fondamenti del ragionamento sulla letteratura. Credo che negli ultimi anni si sentisse piuttosto fuori. Con soddisfazione, probabilmente, perché era bravissimo a giustificare con le sue categorie di letterato rivoluzionario qualsiasi cosa gli capitasse o capitasse nel mondo”. (testo raccolto dalla redazione)


di Alfonso Berardinelli - © - FOGLIO QUOTIDIANO

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